Il tempo non si ferma e se appena un anno fa festeggiavamo con grande solennità il Trecentesimo anniversario dell’istituzione della Festa di Sant’Anna nella nostra cittadina di Ceglie Messapica, ci ritroviamo ora con un anno in più, ma con lo stesso desiderio di celebrare la Lode del Dio altissimo, che si riverbera nella esistenza di povere esistenze, povere ma sante.

Tale era Anna, non necessariamente per condizione economica, ma certamente per condizione interiore: solo chi si riconosce povero davanti al Signore, infatti, può essere colmato dei Suoi doni incommensurabili.

V’invito, quindi, a non mancare alla Novena in preparazione ai Festeggiamenti del 26 e 27 luglio prossimi in onore di “Mamma Sant’Anna“.

Durante quei giorni approfondiremo la conoscenza di un documento magisteriale di San Giovanni Paolo II, la “Familiaris Consortio“, pubblicata nel 1982 e riguardante la Famiglia e il Sacramento del Matrimonio. Un documento che ha trovato il suo naturale aggiornamento nell’esortazione apostolica “Amoris Laetitia” di Papa Francesco, ma che non dimostra per nulla i suoi anni, come potremo comprendere nei giorni della Novena. Ho pensato a questo testo e a questo tema – la pastorale familiare – perché Anna è stata tramandata dalla tradizione non da sola, ma, com’è doveroso che sia, insieme al suo sposo Gioacchino. Gioacchino e Anna, i genitori di Maria di Nazaret, i nonni di Gesù, il Salvatore del mondo. Ci diamo, per questo, un’intenzione comune di preghiera che correrà l’arco di tutta la Novena: pregheremo particolarmente per le famiglie dei Cegliesi, per quelle giovani e per quelle meno giovani, perché in esse non manchi il buon lievito della fede.

I giorni della Festa saranno allietati anche quest’anno da un Corteo storico del ‘700, accompagnato da balli e canti tradizionali, attraverso il quale vogliamo rivivere l’atmosfera di quella comunità cegliese che volle fortemente un rinnovo del culto in onore di Sant’Anna. Quindi, anche quest’anno non verrà esibito per le vie della Città un teatro autoreferenziale o, peggio, un teatro di propaganda, ma un teatro popolare, un teatro religioso, con il solo intento di immergerci nelle radici del nostro popolo, ancora credente. E per questo e per tutto il resto: buona festa a tutti!

IL PARROCO
don Lorenzo Elia