mostra_ciciriello_2015L’Artista cegliese Angelo Ciciriello giorno 5 febbraio 2015 presso il Castello Ducale di Ceglie Messapica alle ore 18.00 inaugurerà la mostra fotografica-poetica dal titolo “Il senso di Angelo per la neve”. Oltre alla presenza dell’autore Angelo Ciciriello saranno presenti: il sacerdote don Franco Candita, il saggista e pubblicista prof. Gerardo Trisolino, l’assessore alla Cultura Mariangela avv. Leporale. All’evento parteciperanno anche due ragazzi che leggeranno filastrocche e poesie a corredo delle foto esposte. La mostra sarà aperta e visitabile, con ingresso gratuito fino al 21 febbraio.
Sono stati coinvolti nell’iniziativa gli studi fotografici della città che hanno curato l’elaborazione grafica e la stampa delle foto scattate dall’autore durante l’ultima nevicata su Ceglie Messapica.
Testimone di un mondo che nasce visibile solo quando muore – ha spigato Angelo Ciciriello – oltre ad essere il sottotitolo della mostra sarà la traccia che seguirò per accompagnare adulti e bambini nel viaggio meraviglioso e misterioso di creature invisibili scoperti dal semplice fuoco della curiosità e che attraverso diversi linguaggi si porrà il problema della creazione, dei fenomeni sensibili che ci proiettano in un’altra dimensione come quella del sacro e del fantastico che irrompe nel nostro quotidiano attraverso la porta dell’immaginazione e della meraviglia, senza delle quali saremmo preda dell’angoscia e dello sconcerto di fronte all’enormità del mondo. Cosa che fa dire al poeta e scrittore J.B.S. Aldane : Il mondo perirà per carenza non di meraviglie, ma di meraviglia”. “Dai cumuli alla deriva su strade cittadine e di campagna arrivano anche altri messaggi – ha continuato l’autore – la neve pulisce, anestetizza, è una spugna che assorbe il buono e il brutto, la neve bianca immacolata diventa nera per il nostro vivere contro natura; diversi messaggi che ci portano poi al cuore della riflessione cioè sulla vita complessiva che coinvolge anima e corpo in rapporto al cielo del sacro e alla terra nostra madre. Questi animali che animano l’ultima neve e che guardano il sole in una sorta di eutanasia dolce, son il segno meraviglioso che rimanda al sublime, all’ineffabile, al senso del mistero del cosmo che prova il bambino muto di fronte alla volta celeste, che lo si affronti o meno in assenza o in compresenza di un’idea di Dio”.